La capacità europea di accumulo energetico aumenterà di 20 volte entro il 2031
Secondo Wood Mackenzie, il mercato del vecchio continente è a un punto di svolta: cruciali il piano RePowerEu e i progetti di stoccaggio già in atto. Pesa l’aumento del costo delle materie prime. Entro la prossima decade, Italia al secondo posto in Europa.
di Flavio Natale
“L'Europa ha fissato alcuni degli obiettivi di decarbonizzazione più ambiziosi al mondo. E il ritmo del cambiamento sta accelerando”. Il nuovo rapporto di Wood Mackenzie “Europe grid-scale energy storage outlook 2022” esplora in dettaglio il panorama dello stoccaggio energetico europeo, fornendo previsioni a 10 anni per 18 Paesi del vecchio continente, esplorando driver , barriere e aspetti strategici per attori industriali e governi.
Il primo punto sottolineato dal documento è l’importanza del piano “RePowerEu”, elaborato dalla Commissione europea per ridurre la propria dipendenza energetica dal gas russo, a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Il piano proposto raddoppierà la quota di rinnovabili variabili (caratterizzate cioè da una produzione energetica non continua ma prevedibile, come nel caso delle maree), superando quota 60% entro il 2030. L'accumulo di energia giocherà a questo proposito un ruolo cruciale, fornendo flessibilità al sistema: “Prevediamo che la capacità totale di accumulo di energia su larga scala aumenterà di 20 volte da qui al 2031”.
Il mercato europeo dello stoccaggio energetico su larga scala raggiungerà infatti i 45 gigawatt/89 gigawattora entro la prossima decade. “Solo nel 2022”, afferma Wood Mackenzie, “la domanda europea di stoccaggio su larga scala vedrà una crescita del 97% su base annua (con 2,8 Gw/3,3 Gwh)”, mentre nel prossimo decennio, è previsto che i primi dieci mercati in Europa aggiungano 73 Gwh di accumulo energetico, pari al 90% delle nuove implementazioni.
Tra i Paesi europei, il Regno Unito continua a mantenere la leadership. “Con la fiducia degli investitori riguardo la redditività derivante dall’aumento delle risorse di stoccaggio”, sottolinea il rapporto “il Regno Unito detiene la più grande pipeline in Europa, con 25 progetti di stoccaggio superiori a 100 megawatt”.
Entro il 2030, l'Italia guadagnerà il secondo posto in termini di stoccaggio, registrando il secondo più grande tasso di penetrazione solare nella fornitura energetica europea, dietro la Spagna. “Questa crescita significativa, insieme a meccanismi politici favorevoli, spingerà la crescita del segmento di accumulo di energia su larga scala”, assicura il gruppo di ricerca di Wood Mackenzie.
Secondo le previsioni, la Germania occuperà la terza posizione. Tuttavia, mettendo insieme la sua capacità di stoccaggio su larga scala con quella “dietro il contatore” (ovvero direttamente legata all’utente), secondo il rapporto la Germania diventerà il principale mercato di stoccaggio energetico in Europa entro il 2031.
Ma c’è un ostacolo significativo: i limiti alla fornitura di materie prime. I costi più elevati di cobalto, nichel e litio stanno infatti facendo lievitare i prezzi per lo stoccaggio energetico, dopo una tendenza discendente degli anni precedenti. Tuttavia, gli investimenti globali nella fornitura e nella lavorazione di materie prime “dovrebbero alleviare la pressione sui costi entro la fine del 2024”, si legge sul documento. E mentre in alcuni progetti sono stati registrati ritardi dovuti alla limitata produzione di batterie, le pipeline rimangono solide.
Oltre a questo ostacolo, Wood Mackenzie ne individua anche alcuni di carattere politico, tra cui un’obsoleta regolamentazione e numerose limitazioni normative, che però “verranno risolte entro la fine di questo decennio, poiché la domanda di flessibilità aumenterà, così come le preoccupazioni sulla sicurezza dell'approvvigionamento energetico”.