L'insostenibile leggerezza dell'essere sostenibili
La transizione ecologica potrebbe creare delle esternalità negative per l'ambiente. L’anidride carbonica cresce inesorabile, incurante della nostra retorica green.
di Thomas Bialas
Quando nel 1985 nacque la benzina senza piombo, enfaticamente ribattezzata verde, mio padre (chimico e ingegnere) mi disse: "Non è vero che la benzina verde non inquina, inquina in modo diverso. Se non vuoi inquinare - proseguì - c’è solo una cosa da fare: niente. Non devi proprio fare niente". Direte sì, va beh, ma c’è comunque il meno peggio. Vediamo allora il famoso meno peggio tanto caro ai teorici e retorici della crescita sostenibile, all’opera con qualche simbolico esempio. Grazie alla digitalizzazione e allo smart working universali ci sarà molto meno traffico e dunque meno inquinamento. Non proprio.
Nel 2020 le tecnologie digitali utilizzate nella trasmissione, ricezione ed elaborazione di dati e informazioni hanno contribuito per il 3,7% alle emissioni globali di Co2 e raggiungeranno l’8,5% nel 2025, l’equivalente delle emissioni di tutti i veicoli leggeri in circolazione. Grazie al massiccio uso delle energie rinnovabili ci sarà molto meno saccheggio del pianeta e dunque meno impatto ambientale. Non proprio. Entro il 2050, 78 milioni di tonnellate di celle fotovoltaiche raggiungeranno la fine della loro vita utile (stima dell’International renewable energy agency, Irena) causando un’enorme montagna di rifiuti tossici (attualmente, il 90% dei moduli non può essere riciclato e finisce nelle discariche). E l’eolico? L’eolico produce energia con il vento, ma produce anche inquinamento estetico del paesaggio, inquinamento acustico e, pare, anche inquinamento del corpo (le onde elettromagnetiche prodotte possono causare, secondo alcuni esperti, disturbi cardiovascolari). E mentre mezza popolazione si eccita per la “transizione ecologica”, l’anidride carbonica (CO2) cresce inesorabile anno dopo anno, incurante della nostra retorica green e dei vari provvedimenti planetari che non scaturiscono nessun effetto. Se vogliamo salvare il pianeta e l’umanità c’è solo una cosa da fare, sostiene categorico lo scienziato Stefano Mancuso: piantare mille miliardi di alberi. Condivido.
di Thomas Bialas, futurologo e innovatore