Scalare la decarbonizzazione
Una roadmap per restare entro gli 1,5°C: questa la proposta di due esperti della McKinsey & Company. Fondamentali il ricorso massiccio alle fonti di energia rinnovabili e il blocco della deforestazione.
di Luca De Biase
C’è una roadmap per restare a un grado e mezzo di aumento della temperatura. È la proposta ai leader delle aziende globali di due esperti della McKinsey: Kimberly Henderson, responsabile della sostenibilità alla McKinsey di Washington DC, e Christer Tryggestad, che si occupa di petrolio, gas ed elettricità alla McKinsey di Oslo. I cambiamenti climatici che si sono già verificati con un aumento di 1,1 gradi sono significativi. Si pensa che sia impossibile ormai evitare un ulteriore aumento della temperatura, fino a 1,5 gradi. Ma si ritiene anche che a quel livello, i cambiamenti climatici e gli effetti di feedback che probabilmente genereranno resteranno in un livello compatibile con la maggior parte delle attività umane. L’obiettivo che occorre perseguire, dicono Henderson e Tryggestad, è stabilizzare l’aumento della temperatura a quel livello. Che fare? Primo avere chiare le priorità. Il 75% delle emissioni è collegata alla produzione e al consumo di energia. I due esperti hanno studiato i principali settori industriali in termini di emissioni: petrolio, energia, cemento, acciaio, miniere, agricoltura, trasporti e hanno calcolato quali potrebbero essere i binari entro i quali i settori si dovrebbero muovere per contribuire in modo decisivo alla stabilizzazione dell’aumento della temperatura a 1,5 gradi. Inoltre, hanno studiato le forme di cattura della CO2, a partire dalla riforestazione. Il ricorso massiccio alle fonti di energia rinnovabili è la priorità. Il blocco delle deforestazioni è l’altra priorità. Un’agricoltura che mette sotto controllo le emissioni di metano è un’altra priorità. A valle di questo, l’elettrificazione dei trasporti sarà fondamentale.
L’esperienza fatta durante le clausure decise per contenere l’epidemia ha dimostrato che le emissioni sono collegate essenzialmente a quelle variabili e che una leadership politica più forte e saggia è necessaria per, contemporaneamente, contenere l’epidemia e rilanciare l’economia. E conseguentemente la politica ha riconquistato una sua centralità. In questo quadro, Henderson e Tryggestad ritengono che le leadership politiche mondiali possano cogliere l’occasione per dimostrarsi lungimiranti e incidere nelle scelte globali, con l’obiettivo di salvare l’ambiente. Il tutto, è chiaro, è diventato improvvisamente più credibile grazie all’arrivo della nuova amministrazione americana. Joe Biden ha deciso il primo giorno di riportare gli Stati Uniti nell’alveo degli accordi di Parigi. Ha affidato al più rappresentativo dei suoi collaboratori, John Kerry, il compito di guidare l’America per quanto riguarda il tema del clima. Questo ha rilanciato le speranze. Secondo McKinsey, possono anche non essere deluse.
di Luca De Biase, giornalista