La rivoluzione nel campo dei superconduttori
Grazie a una ricerca dell’università di Rochester, i superconduttori diventano disponibili a “temperatura ambiente”. Conseguenze positive per reti elettriche, trasporti, stazioni radio, energia eolica.
di Sebastiano Alemanno
Una recente scoperta nel campo dei superconduttori fatta dai ricercatori dell'università di Rochester a New York, pubblicata su Nature il 14 ottobre, riportata dalla Mit technology review e da molte testate scientifiche e divulgative anche in Italia (Le Scienze, Rai e Wired), e illustrata tramite un video esemplificativo, apre la strada alla possibilità di utilizzare superconduttori in numerose applicazioni pratiche. I ricercatori sono infatti riusciti a elaborare una miscela che, a differenza dei precedenti tentativi, ha caratteristiche di superconduttività a temperature intorno ai 14° C, anche se a pressioni estremamente elevate (2,6 milioni di volte la pressione atmosferica, simili a quelle presenti al centro della Terra, e ottenibili solo in laboratorio). I migliori risultati ottenuti finora, anche all’interno di esperimenti recenti, richiedevano temperature molto basse, inferiori a -13° e -23° C, o ancora inferiori, ad esempio per i materiali ceramici a base di ossido di rame (-140° C), non utilizzabili in applicazioni pratiche. Alcuni studiosi ritengono che sia possibile ottenere materiali analoghi a pressioni molto più basse, adatte ad applicazioni industriali, entro i prossimi dieci anni.
Le conseguenze degli sviluppi futuri di questo risultato vengono riportate con entusiasmo: abbattimento delle perdite di trasmissione nelle reti elettriche, con importanti effetti positivi sulla loro efficienza e quindi sui cambiamenti climatici, treni a levitazione magnetica, stazioni radio base per la telefonia mobile, generatori ad alte prestazioni per turbine eoliche, apparecchiature mediche come le risonanze magnetiche, e scomparsa della necessità di batterie.
di Sebastiano Alemanno