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India, inatteso campione dell’energia pulita

Il Paese ha incrementato la sua capacità di produzione di elettricità prodotta con la tecnologia solare di dieci volte dal 2015. E continua a investire pesantemente in questo settore, riuscendo a superare tutti gli obiettivi.

di Luca De Biase

Gli obiettivi del governo indiano per la transizione energetica erano ambiziosi. Soprattutto considerato il fatto che la crescita economica accelerata del gigantesco paese è sempre stata dipendente dal carbone. Le città inquinate e le difficoltà sanitarie collegate ne erano una visibile conseguenza. L’India si era impegnata, con l’accordo di Parigi, ad aumentare la quota di energia che non viene prodotta a partire da fonti fossili al 40% entro il 2030: è già arrivata al 38% con solare, eolico, nucleare e idroelettrico. Inoltre, l’India si era ripromessa di ridurre le emissioni di CO2 del 35% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005: è chiaramente indirizzata a realizzare una straordinaria riduzione del 45% entro il 2030. Ne parla Vivek Wadhwa su Foreign Policy.

L’India in effetti è riuscita a cavalcare in modo equilibrato la riduzione esponenziale dei costi dell’energia da fonti rinnovabili. Non occorre ricordare che quando è stato presentato per la prima volta un pannello fotovoltaico, ai Bell Labs nel 1954, un watt di energia elettrica che si poteva generare costava mille dollari. Nel 2008, i pannelli solari costavano 3,65 dollari per watt generabile; nel 2018 quel costo era sceso a 40 centesimi di dollaro. L’India ha compreso il fenomeno e speso bene i suoi soldi. Sicché l’India ha incrementato la sua capacità di produzione di elettricità prodotta con la tecnologia solare di dieci volte dal 2015. E continua a investire pesantemente in questa tecnologia, riuscendo a superare tutti gli obiettivi. Ancora nel 2018, l’Economist prevedeva che l’India sarebbe stata ancora a lungo la nazione che contribuiva maggiormente all’incremento di CO2 causata dall’uso di fonti fossili nella produzione di energia. Ma mentre gli Stati Uniti sono riusciti a peggiorare molto il loro contributo alla lotta contro il cambiamento climatico, l’India a sorpreso il mondo con la sua capacità di migliorare profondamente la sua performance da questo punto di vista.

Gli investimenti attuali in India per i nuovi progetti di produzione di energia pulita sono ormai totalmente in grado di sostituire le centrali basate su fonti fossili, perché prevedono lo stockaggio di energia in batterie o impianti idroelettrici in modo da mantenere l’immissione in rete dell’energia anche quando manca il sole o il vento. Si tratta di una soluzione che rende tutti vincitori: chi combatte per salvare il pianeta, chi vive nelle città indiane e può respirare meglio, le regioni rurali dell’India che non erano servite adeguatamente quando l’energia era soltanto prodotta da centrali fossili e che invece potranno essere servite meglio con l’architettura produttiva più distribuita che il solare e l’eolico rendono possibile.

di Luca De Biase, giornalista

lunedì 26 ottobre 2020