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24 novembre 2021

"Hackerare i sogni", "Esseri senzienti", "Fuori dall’overdose": questi i temi della nostra rassegna settimanale.

  • Hackerare i sogni. Un trio di ricercatori di Harvard, del Mit e dell'Università di Montreal ha recentemente pubblicato su Aeon uno studio sull'hacking dei sogni: secondo i ricercatori, il 77% dei pubblicitari prevede di utilizzare spot dreamtech nei prossimi tre anni. “Molti studi di marketing stanno testando nuovi modi per guidare il comportamento di acquisto durante il sonno”, scrive il team. “L'uso commerciale dell'incubazione dei sogni – la presentazione di stimoli prima o durante il riposo per influenzarne il contenuto – sta rapidamente diventando una realtà”. Ad esempio, gli studiosi fanno notare che durante il Super Bowl di quest’anno, l’azienda di bevande alcoliche Molson Coors ha promesso birra gratis in cambio della partecipazione a uno studio sull'“incubazione dei sogni”, che prevedeva un video con “lattine di birra danzanti, un pesce parlante e la pop star Zayn Malik”.
     
  • Esseri senzienti. Il Regno Unito sta aggiungendo un emendamento alla legge sul benessere degli animali (Animal Welfare Sentience Bill) per riconoscere alle creature come polpi, granchi, calamari e aragoste e “tutti gli altri crostacei decapodi e molluschi cefalopodi” la condizione di creature senzienti. A riportare la notizia è un comunicato stampa del Dipartimento dell'ambiente, dell'alimentazione e degli affari rurali: “È ormai chiaro, per la scienza, che i decapodi e i cefalopodi possono provare dolore, quindi è giusto che siano coperti da questo fondamentale atto legislativo", ha affermato Lord Zac Goldsmith, ministro dell’Ambiente. L'aggiornamento è arrivato dopo un ampio Rapporto della London school of economics and political science, dove si dimostra che queste creature sono in grado di provare "dolore, piacere, fame, sete, calore, gioia, conforto ed eccitazione", grazie a un "complesso sistema nervoso centrale, uno dei tratti distintivi della senzienza".
     
  • Fuori dall’overdose. Secondo Scientific Reports, i ricercatori dell'Università di Washington starebbero sviluppando un dispositivo indossabile per rilevare, nei consumatori di oppiacei, segnali di vita attraverso il respiro e, in caso di emergenza, somministrare il naloxone, un oppioide salvavita per invertire l’overdose. L’oggetto è simile a una pompa per insulina: “Speriamo che questo auto-iniettore possa avere un impatto tangibile su una grande fonte di sofferenza in questo Paese”, ha detto Shyam Gollakota, professore di informatica e ingegneria dell’Università di Washington. Come notato da Neoscope, questa tecnologia sarebbe rivoluzionaria non solo per il quantitativo di vite umane salvate, ma anche perché si inserisce nel concetto di “riduzione del danno”, una scuola di pensiero che aiuta i tossicodipendenti a vivere in modo più sicuro, piuttosto che criminalizzarli per le loro azioni. 

di Flavio Natale

mercoledì 1 dicembre 2021