29 settembre 2021
"Croste rimodellate", "Fusione uomo-macchina", "Segnali di estinzione": questi i temi della nostra rassegna settimanale.
- Croste rimodellate. “L'aumento delle temperature sta sciogliendo il ghiaccio artico a un ritmo allarmante: la conseguenza è un aumento del livello del mare, e il possibile rimodellamento della crosta terrestre”. Secondo un nuovo studio di Harvard, pubblicato su Geophysical research letters, lo strato più esterno della crosta terrestre, dopo lo scioglimento dei ghiacci, potrebbe non tornare a una forma sferica. “Su scale temporali relativamente brevi, abbiamo sempre pensato alla Terra come un elastico”, ha commentato Sophie Coulson, scienziata planetaria di Harvard. “Ma su migliaia di anni, la Terra si comporta più come un fluido che si muove molto lentamente”. Questo fenomeno, si legge nello studio, potrebbe avere “influenze significative sugli ecosistemi che vivono sulla Terra”.
- Fusione uomo-macchina. Il nuovo centro di ricerca K. Lisa Yang Center for Bionics del Mit sta studiando le possibilità di fusione del corpo umano con tecnologie avanzate – come esoscheletri robotici e interfacce cervello-computer – per “ripristinare la funzione delle persone con disabilità fisiche e neurologiche”. Ad annunciarlo è Neoscope, riportando un comunicato dello stesso Mit. “Il mondo ha un profondo bisogno di sollievo dalle disabilità”, ha detto Hugh Herr, direttore del centro. “Dobbiamo tendere continuamente verso un futuro tecnologico in cui la disabilità non sia più un'esperienza di vita comune. Sono entusiasta che lo Yang Center for Bionics contribuirà a migliorare in modo misurabile l'esperienza umana”.
- Segnali di estinzione. “La proliferazione di alghe e batteri nocivi sulle rive è una realtà per fiumi d’acqua dolce e laghi. Ora, una nuova ricerca la classifica come un indicatore del vero e proprio disastro ecologico in corso”. Secondo uno studio pubblicato su Nature Communications e riportato su Motherboard, infatti, le alghe e i batteri tossici della “Grande Moria” (l’estinzione di massa del Permiano-Triassico che ha spazzato via quasi il 90% di tutte le specie terrestri) hanno molte similitudini con la recente proliferazione microbica rinvenuta nei laghi e nei fiumi – fenomeno legato alle emissioni di gas serra, alla deforestazione e all’erosione del suolo. “Non siamo ancora a quel punto,” specifica Chris Mays, ricercatore e paleobotanico presso il Museo di Storia Naturale a Stoccolma. “Durante l’estinzione di massa del Permiano-Triassico l’anidride carbonica è aumentata probabilmente di sei volte, mentre oggi i livelli non sono ancora raddoppiati rispetto all’era preindustriale. Tuttavia, con il rapido aumento attuale rischiamo di ritrovarci con quegli stessi valori di CO2”.
di Flavio Natale
mercoledì 6 ottobre 2021