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28 aprile 2021

"Ceo artificiali", "Deepfake politici", "Investitori vs Google": questi i temi della nostra rassegna settimanale.

  • Ceo artificiali. Secondo il rapporto 2020 dell'Economic policy institute sulla retribuzione dei Ceo, un dirigente americano medio guadagna 320 volte di più del lavoratore medio, un valore in costante aumento. Secondo New Statesman, questo dato potrebbe essere una valida ragione per pensare a sostituire i Ceo con un’intelligenza artificiale relativamente meno costosa. “I dirigenti sono probabilmente più desiderosi di automatizzare i lavoratori, ma sostituire loro potrebbe essere più conveniente”. Naturalmente, affidare all’IA la responsabilità delle strategie aziendali è aspetto non di poco conto. Ma New Statesman sostiene che questo approccio potrebbe ridurre i favoritismi nelle assunzioni e incrementare il controllo da parte di agenti esterni sulle decisioni prese a livelli apicali.

  • Deepfake politici. “Una serie di alti parlamentari europei è stata contattata nei giorni scorsi da persone che sembrano utilizzare filtri deepfake, per imitare gli esponenti dell'opposizione russa durante le videochiamate”. The Guardian riporta le parole di alcuni esponenti politici, tra cui Rihards Kols, presidente della commissione per gli Affari esteri del parlamento lettone, o Tom Tugendhat, presidente del comitato ristretto per gli Affari esteri del Regno Unito, che sono stati ingannati dalla cosiddetta tecnologia deepfake, che consente a reti di intelligenza artificiale di generare – o copiare – volti, imitando il comportamento umano.

    "Il Cremlino di Putin è così debole e spaventato dalla forza di Aleksej Navalny che sta conducendo falsi incontri per screditare la sua squadra", ha postato in tweet Tugendhat, riferendosi al leader dell'opposizione russa.

  • Investitori vs Google. “La società madre di Google, Alphabet, è sotto il fuoco dei suoi stessi investitori a causa della sua cultura punitiva sul posto di lavoro e di azioni al limite del rispetto dei diritti umani”. Secondo quanto riportato da The Byte, Trillium asset management, società che detiene circa 140 milioni di dollari in azioni Alphabet, ha recentemente presentato una risoluzione alla Securities and exchange commission (Sec) degli Stati Uniti per domandare all’azienda di smettere di attuare misure punitive contro i whistleblower della società (individui che denunciano pubblicamente atti fraudolenti di un’azienda o un’organizzazione pubblica). Questa richiesta arriva mesi dopo che Google ha licenziato i suoi migliori esperti di intelligenza artificiale, Timnit Gebru e Margaret Mitchell, che avevano rivelato alcune problematiche etiche interne all’azienda. Alphabet, comunque, ha respinto ogni accusa.

di Flavio Natale

mercoledì 5 maggio 2021