Pace, giustizia e istituzioni solide, Italia 2021
Nonostante i miglioramenti il percorso verso il Goal 16 dell’Agenda Onu 2030 è in salita: una lettura dell’ultimo Rapporto ASviS con un focus sulla prospettiva europea, al centro dell’evento nazionale del Festival dello Sviluppo Sostenibile.
di Niccolò Gori Sassoli
Dall’analisi dell’ultimo Rapporto ASviS emerge che solo per tre dei diciassette Obiettivi dell’Agenda Onu 2030 ci sono stati miglioramenti, in Italia, nell’ultimo anno. Tra questi c’è il Goal 16 (Pace, giustizia e istituzioni solide) su cui la Fondazione Prioritalia è impegnata come coordinatrice del Gruppo di lavoro all’interno dell’Alleanza. Nonostante i segnali positivi il percorso per raggiungere questo obiettivo è in salita: la situazione rimane sostanzialmente invariata negli ultimi dieci anni e continua a peggiorare nel confronto con l’Europa.
Secondo gli indicatori analizzati del Rapporto 2021 (p. 48) l’Italia è infatti penultima tra i Paesi europei, davanti alla Grecia, e ha perso sei posizioni dal 2019 a oggi. Le criticità maggiori sono legate ai tempi della giustizia, con una durata media dei procedimenti civili e commerciali di 527 giorni rispetto alla media Ue di 311 giorni e al tasso di fruizione dei servizi governativi online del 14% contro la media del 36%.
In evidenza, nel Rapporto, ci sono le conseguenze della pandemia, positive e negative. Tra le prime c’è il calo degli omicidi e della criminalità predatoria, diminuiti rispettivamente del 10,4% e del 37,8% in un solo anno e oggi ai minimi storici. Migliorano anche - ma il dato è discordante sul lungo periodo - le condizioni degli istituti di pena, con l’indicatore quantitativo sul sovraffollamento che scende al 105,5% e si avvicina alla soglia obiettivo del 100% - grazie alle misure anticontagio - e la fiducia nelle istituzioni, nel 2020 al suo massimo valore. In negativo c’è l’incremento delle truffe e frodi informatiche, aumentate del 14,4%, una tendenza osservabile a livello globale.
Poiché la sfida della sostenibilità richiede un impegno che travalica le possibilità di un singolo Paese, ASviS considera la dimensione europea sempre più centrale per il perseguimento dell’Agenda 2030 in Italia, anche alla luce delle riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza nell’ambito del Green Deal: “Lo sforzo compiuto dall’Unione europea nell’ultimo anno rappresenta un elemento di ottimismo nel contesto globale – con cui - l’Ue conferma la sua posizione di leader mondiale delle politiche per lo sviluppo sostenibile, sviluppando politiche per un’economia al servizio delle persone”.
Su questa prospettiva si concentra l’evento nazionale del Goal 16 organizzato con Prioritalia durante il Festival dello sviluppo sostenibile 2021. Un incontro cui istituzioni, osservatori e organizzazioni della società civile dialogano sull’importanza dei diritti di cittadinanza e della partecipazione per affermare società più eque, giuste e inclusive, focalizzandosi in particolare sui target 16.1, 16.3, 16.6, 16.7, 16.8, 16.10 e 16.b e riflettendo sul valore trasformativo dei paradigmi politici e culturali di alcune iniziative e prese di posizione con cui - con ASviS - ci siamo soffermati in questo ultimo anno: dalla ricerca che ha portato alla pubblicazione del quaderno sull’Enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco al dibattito promosso dalla Conferenza sul Futuro dell’Europa, di cui l’evento dell’11 ottobre arricchisce l’agenda e che il rapporto definisce “una buona pratica da imitare a livello globale e nazionale”.
Alla Conferenza e alla dimensione europea fa riferimento anche la sezione finale del rapporto, che contiene una serie di proposte per intensificare gli sforzi per raggiungere gli SDGs in Italia. Tra quelle dedicate alle politiche per lo sviluppo partecipativo e democratico (p. 190) si suggerisce per esempio di “costruire meccanismi efficaci di partecipazione della società civile, con particolare attenzione ai giovani, attraverso la promozione e il coordinamento tra i diversi istituti di partecipazione e consultazione della società civile già attivi, quali l’aggiornamento della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile - SNSvS, la Conferenza sul futuro dell’Europa, le misure partecipative previste dalla Legge europea per il clima, il Patto europeo per il clima e il Patto europeo per le competenze”. Tra quelle specifiche sui target del Goal 16 (p. 225) si evidenzia l’esigenza di armonizzare le normative italiane a quelle europee.
di Niccolò Gori Sassoli, giornalista