Comunicazione e cittadinanza responsabili per pace, giustizia e istituzioni solide
Pubblicato il Manifesto della comunicazione non ostile: un decalogo di stile e comportamenti per la conoscenza e la promozione di una cittadinanza responsabile, elemento essenziale per il raggiungimetno del Goal 16 dell’Agenda Onu 2030.
di Marcella Mallen
Le parole danno forma al pensiero.
Le parole hanno conseguenze.
Virtuale è reale.
Queste tre affermazioni, semplici e non banali, fanno parte del Manifesto della comunicazione non ostile: un decalogo di stile e comportamenti che Prioritalia porterà all’attenzione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, durante l’evento nazionale per il Goal 16, nell’ambito di una riflessione su come l’accessibilità della conoscenza e la promozione di una cittadinanza responsabile siano determinanti per raggiungere l’Obiettivo dell’Agenda Onu 2030 su Pace, giustizia e istituzioni solide.
Al centro dell’incontro, in programma il 2 ottobre, ci sarà la condivisione delle esperienze di alcune organizzazioni - istituzionali, produttive e della società civile – che lavorano in Italia e nel mondo su progetti accomunati dalla volontà di affrontare ovvero curare l’infodemia.
Infodemia s. f. Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili.
Accelerate dalla pandemia, le dinamiche attuali della comunicazione sono fenomeni complessi e spesso incontrollabili, “virali”, che hanno rapporti interdipendenti di causa ed effetto con tante questioni che coinvolgono i singoli e la collettività: dalle relazioni sociali all’azione politica, dall’alfabetizzazione digitale ai diritti e doveri di cittadinanza, dall’etica alla ridefinizione delle frontiere della legalità.
Su questi argomenti si apriranno gli approfondimenti del 2 ottobre con Gherardo Colombo, fondatore dell’associazione Sulle Regole, impegnata con studenti e insegnanti nella diffusione della cultura della legalità quale fattore funzionale a garantire la libertà e l'uguaglianza, lo sviluppo personale e la partecipazione di tutti alla vita democratica.
La riflessione proseguirà con Eleonora Sirsi, docente all’Università di Pisa e attiva nel Cisp, Centro interdisciplinare di scienze per la pace, che segue nelle scuole iniziative di prevenzione dei conflitti tramite laboratori sulla comunicazione e la non violenza e propone un’alfabetizzazione digitale mirata alla gestione dell’odio online.
Odio e discriminazioni sono spesso accompagnati da misinformazione e disinformazione, aspetti su cui si soffermerà Giuseppe Vitiello, direttore dell'European bureau of library, information and documentation associations (Eblida), illustrando funzionamento e risultati di NewsGuard, un’applicazione informatica che valuta l’attendibilità delle notizie e la credibilità dei media online.
Sulla correttezza dell’informazione quale “anticorpo” contro le fake news si concentrerà anche Francesca Rispoli, responsabile nazionale formazione di Libera, illustrando i programmi dedicati a bambini e adolescenti e i progetti editoriali della rete contro le mafie, tra cui Lavialibera, trattando di hate speech e del ruolo identitario assunta dall’odio, tanto nella sfera digitale quanto nella vita reale.
Sul ruolo dell’odio si interrogano sempre di più media e opinione pubblica, come accaduto all’indomani dell’omicidio di Willy Monteiro a Colleferro. Al funerale del ragazzo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha affermato che quello appena iniziato “deve essere l'anno scolastico dell'inclusione, del contrasto al bullismo", condannando il linguaggio dell'odio e violenza, perché "le parole sono pietre”.
La scuola è uno dei fronti su cui maggiormente pesano tanto l’incertezza legata al Covid quanto le potenzialità negative dell’infodemia, di fronte alla quale i più giovani sono particolarmente esposti e vulnerabili. Tornati in classe dopo oltre sei mesi di assenza in cui hanno sperimentato i limiti di una didattica a distanza gestita in emergenza e si sono immersi a tempo pieno nella socialità digitale, i bambini e gli adolescenti, così come le loro famiglie e gli insegnanti, vivono un periodo difficile, segnato dal sovraccarico cognitivo.
Sulla situazione della scuola porterà la sua testimonianza Licia Cianfriglia, vicepresidente di Cida e responsabile partnership e relazioni istituzionali di Anp, l’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, coinvolta in iniziative per la promozione dell’educazione civica e la prevenzione di bullismo e cyberbullismo.
La diffusione di competenze civiche tra i giovani come leva per arginare le prevaricazioni online è ciò di cui parlerà Davide Del Maso, 25enne innovatore digitale e sociale, fondatore dell’Associazione Social warning che con il suo Osservatorio, partendo dai dati di realtà pubbliche e private impegnate nell’educazione, offre una panoramica articolata sulle abitudini dei nuovi cittadini digitali.
La promozione di una cittadinanza digitale responsabile è tra le attività della più grande impresa mondiale che si occupa di dati: Martina Colasante, Government affairs & public policy Google Italia, racconterà come da Montain View all’Italia ci si rivolge ai bambini e ragazzi, coinvolgendo genitori e docenti, con programmi come Vivi Internet al meglio e videogiochi come Interland.
L’ultima tappa dell’approfondimento sarà dedicata al Manifesto della comunicazione non ostile, con l’intervento di Rosy Russo, presidente dell’associazione che lo ha realizzato e lo promuove, Parole O_Stili, che ne illustrerà le sette declinazioni derivate dalla versione originale destinate a pubblici diversi: politica, pubblica amministrazione, aziende, infanzia, sport, scienza e inclusione.
Dedicando l’evento nazionale del Goal 16 ai temi dell’informazione e della cittadinanza, in qualità di coordinatrice del Goal 16, Prioritalia afferma la necessità di rafforzare i legami tra la comunità manageriale -di cui i comunicatori di aziende e istituzioni sono una componente importante - la rete di ASviS e l’opinione pubblica che partecipa al Festival, nell’ottica di una contaminazione di culture e di competenze funzionale all’affermazione di modelli di sviluppo più sostenibili e resilienti.
di Marcella Mallen, presidente Fondazione Prioritalia