“Farina di grillo? Prodotto biologico di alta qualità, l’opposizione è ideologica”
Peter Kruger, ceo di SBC FoodTech: prevedo una forte domanda da parte delle nuove generazioni di consumatori. Dal 24 gennaio potrà essere impiegata per diversi alimenti, tra cui pizza e pasta. (AUDIO)
di Andrea De Tommasi
La farina di grillo è entrata recentemente nella lista degli alimenti che possono essere commercializzati nei Paesi dell’Unione europea. La Commissione Ue ha approvato la domanda presentata nel 2019 dalla società vietnamita Cricket One Company, che ha ricevuto in esclusiva il nullaosta. Peter Kruger, ceo di Startupbootcamp FoodTech, azionista italiano di Cricket One, ha commentato la notizia nel podcast di Ruggero Po su Start magazine: “Il prodotto presenta benefici nutrizionali più sani della carne tradizionale: è più vantaggioso fino a quasi cento volte rispetto alla carne sia in termini di consumo di acqua, sia in termini di produzione di CO2. Parliamo dunque di un prodotto di altissima qualità, puramente biologico, sviluppato con un modello molto interessante di economia circolare”.
Dal prossimo 24 gennaio la polvere di grillo potrà essere impiegata nella produzione di diversi alimenti, tra cui pizza e prodotti a base di pasta, snack e salse, preparazione di zuppe, pane e panini multicereali, cracker e grissini. Ma dobbiamo aspettarci un mercato degli insetti commestibili? “Premesso che nessuno è obbligato a mangiare nulla” ha affermato Kruger, “penso che ci sarà una forte domanda legata soprattutto alle nuove generazioni di consumatori, che sono molto più attente ai temi della sostenibilità e anche ai temi etici: ovviamente il grillo non è la stessa cosa di una mucca di un allevamento intensivo. È un’attenzione che stiamo vedendo anche in altri settori: pensiamo al plant based, la sostituzione di proteine animali con quelle vegetali, che sta crescendo in misura significativa tra i giovani”.
L’approvazione della farina di grillo ha provocato una levata di scudi della maggioranza di governo, in particolare da parte di Lega e Fratelli d’Italia. “Mi dispiace questa opposizione, penso che nel nostro Paese ci siano tante resistenze all’innovazione. Trovo importante, invece, che un soggetto italiano come Startupbootcamp FoodTech sia stato il primo a investire e a credere in questa società. È la testimonianza che c’è una parte dell’Italia che guarda all’innovazione senza troppi schemi ideologici. L’Italia è stata sempre molto capace di prendere il meglio che offre la produzione agroalimentare nel mondo, trasformandola e rendendola migliore”.