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Intelligenza fiscale artificiale

L'aggiustamento del sistema fiscale non in funzione di una riduzione della pressione fiscale ma per ottenere che il suo implicito sistema incentivante vada nella direzione favorevole a obiettivi sociali, ambientali, culturali, intelligenti.

di Luca De Biase

Daron Acemoglu e Andrea Manera dell’Mit, con Pascual Restrepo della Boston University, pubblicano un paper sul National bureau of economic research intitolato “Does the Us tax code favor automation?”. Gli autori sostengono che il sistema fiscale americano introduce incentivi a favore del capitale e contro il lavoro e favorisce l’automazione. Suggeriscono una tassa sull’automazione perché gli impieghi di automazione marginali non producono aumento di produttività ma riducono il lavoro al di sotto del livello socialmente ottimale.

È soltanto una delle molte questioni che riguardano l’aggiustamento del sistema fiscale non in funzione di una riduzione della pressione fiscale ma per ottenere che il suo implicito sistema incentivante vada nella direzione favorevole a obiettivi sociali, ambientali, culturali, intelligenti. Di questi tempi, per esempio, si parla molto del sistema europeo per il quale gli stati sono in competizione fiscale tra loro e alcuni di essi approfittano della situazione per attirare ricchi soggetti tassabili, sottraendoli ad altri stati, con il risultato di ridurre la pressione fiscale di tutti, aumentare le proprie entrate, peggiorare la situazione degli stati più indebitati, aumentare la divergenza tra gli stati. 

Ma tutti gli interventi sul sistema fiscale hanno a che fare con un sistema complesso di effetti diretti e indiretti. Come valutarli? Gli scienziati dei dati che lavorano per la compagnia americana Salesforce pensano che l’intelligenza artificiale possa aiutare. Richard Socher guida un team di economisti e informatici che ha sviluppato un sistema chiamato AI Economist pensato per usare il machine learning - del genere usato da DeepMind in AlphaGo - per identificare le politiche fiscali ottimali in una economia simulata. Il modello è ancora molto semplice. Ma alla Mit technology review viene considerato un tentativo promettente. «Sarebbe interessante far diventare le politiche fiscali meno politiche e più pragmaticamente guidate dai dati» dice un membro del team, Alex Trott.

di Luca De Biase

sabato 9 maggio 2020