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Sachs: senza sei grandi trasformazioni nel 2050 il mondo rischia di cadere a pezzi

L’economista americano è stato il protagonista delle Lezioni Caffè dell’università La Sapienza: “Il pianeta è a un bivio e dobbiamo decidere da che parte andare. L’economia non è stata in prima linea per risolvere le grandi sfide dell’umanità”.

di Andrea De Tommasi

Due lezioni intitolate a Federico Caffè, per approfondire gli argomenti cari al professore di politica economica e finanziaria scomparso nel 1987: economia del benessere, teoria della politica economica, occupazione e politiche sociali, questioni internazionali. La facoltà di Economia dell’università La Sapienza di Roma, con il contributo della Banca d'Italia, ha ricordato anche quest’anno la figura del noto economista, attraverso due conferenze svoltesi in via telematica il 16 e 17 dicembre e tenute da Jeffrey Sachs, professore alla Columbia University, saggista e consigliere senior delle Nazioni unite.

Sachs ha aperto la prima lezione, dal titolo “Alternatives for 2050”, sottolineando che l’umanità è davanti a due futuri possibili: un mondo che cade a pezzi oppure una possibilità di sviluppo sostenibile, ossia prosperità, giustizia sociale e sostenibilità ambientale. Sachs ha elencato i quattro elementi che, se non affrontati, possono dirigere il pianeta verso una cosiddetta “minaccia distopica”: “Il primo è la povertà estrema a cui rischiano di non sfuggire diverse parti del mondo. Il secondo è la crescente disuguaglianza a tutti i livelli (istruzione, lavoro, salute) che riscontriamo anche nei nostri Paesi, Italia o Stati Uniti, e che è stata amplificata dalla pandemia. Il terzo elemento è il collasso ambientale, che ha almeno quattro dimensioni: il cambiamento climatico indotto dall’uomo, il crollo della biodiversità, il mega inquinamento, le malattie zoonotiche. Il quarto aspetto è una geopolitica “sull’orlo del baratro”, con le incognite rappresentate dalla rivalità tra le grandi potenze e le migrazioni di massa”.

Secondo Sachs, in questo contesto va ridefinito anche il ruolo dell’economia affinché possa incidere sui cambiamenti della società: “L’economia non è stata in prima linea per risolvere le grandi sfide che l’umanità deve affrontare, dal cambiamento climatico alla disuguaglianza crescente alla salute pubblica. Non può limitarsi a prevedere o spiegare ma deve cercare di migliorare le cose. Altrimenti sarebbe come una scuola di medicina che osserva la malattia ma non cerca di curarla. L’umanità è a un bivio, dobbiamo scegliere oggi gli investimenti e le strategie che andranno a determinare il mondo nel 2050, sia che si tratti di istruzione, sistemi energetici, infrastrutture. Mi riferisco al 2050 perché è un orizzonte temporale pratico, mentre il 2100 è qualcosa di troppo difficile da indirizzare”.

Sachs ha concluso la sua prima lezione illustrando tre tentazioni anti-tecnologiche che rischiano di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da un futuro di sviluppo sostenibile: “l’apocalisse, ossia la convinzione di matrice religiosa secondo cui stiamo per affrontare la fine dei tempi; il ritorno alla semplicità, sull’idea che la tecnologia ci stia distruggendo e occorra tornare a una vita semplice; infine, la decrescita che, se declinata soltanto come un cambio del tenore di vita dei Paesi ricchi, rischia di generare confusione”.

Nella seconda lezione, dal titolo “Transformations for sustainable development in 2050”, Sachs ha esaminato le sei sfide necessarie per innescare la “grande trasformazione”, ossia la costruzione di una società prospera, socialmente inclusiva e rispettosa dell’ambiente:

  • accesso universale all'educazione;
  • accesso universale all'assistenza sanitaria (ospedali, medici, test e tracciamento);
  • diffusione di massa di energie rinnovabili ed economia circolare;
  • spostamento verso diete più sane (meno carne, più pesce e verdure) e pratiche agricole sostenibili;
  • città intelligenti, digitali e basate sui servizi;
  • inclusione digitale (sistemi AI, robotica, telemedicina).

“Il sistema capitalistico attuale non risolve problemi cruciali”, ha aggiunto Sachs, “serve ridiscutere di come le risorse vengono utilizzate e distribuite. Occorre fare scelte consapevoli per le future generazioni, non come singoli consumatori o lavoratori ma come cittadini di un mondo profondamente interconnesso. Da qualche tempo in economia abbiamo smesso di analizzare come raggiungere il benessere. Questo era uno dei temi al centro della riflessione del professor Caffè, che credeva che avessimo bisogno dell’etica in quanto inseparabile dalla tecnica e dall’economia”.

Le due lezioni, moderate dai docenti Giovanni Di Bartolomeo e Maurizio Franzini, hanno visto anche l’intervento della rettrice dell’università La Sapienza Antonella Polimeni, che ha ricordato la figura di Caffè e la lungimiranza del suo pensiero scientifico: “È stato un protagonista appassionato ed esemplare, un assiduo divulgatore del pensiero economico, uno dei primi a far conoscere in Italia le teorie di Keynes. Caffè ha formato davvero diverse generazioni di economisti”.

Lezioni Federico Caffè - Day 1. Alternatives for 2050

Lezioni Federico Caffè - Day 2. Transformations for sustainable development in 2050

di Andrea De Tommasi

lunedì 28 dicembre 2020