Disinformazione a breve e lungo termine
Secondo Zignal Labs, i messaggi di disinformazione sono diminuiti del 73% dopo le recenti strette di Twitter e altre piattaforme. Ma senza politiche sistemiche questo successo durerà poco.
di Luca De Biase
Secondo una ricerca di Zignal Labs, riportata dal Washington Post, la quantità di messaggi di disinformazione in circolazione è diminuita del 73% dopo che Twitter e altre piattaforme hanno deciso di impedire al presidente uscente americano Donald Trump di esprimersi con le loro tecnologie. Per esempio, il numero di messaggi o conversazioni concernenti l’idea che ci siano stati brogli alle elezioni presidenziali di novembre 2020 è passato da 2.5 milioni a 688mila nel corso di una settimana. La chiusura degli account di Trump è stata in effetti accompagnata, su Twitter, dalla chiusura di altri 70mila account inneggianti alla falsa storia di Qanon, considerata parte essenziale della rivolta che ha portato all’occupazione del Campidoglio a Washington.
Il meccanismo dei rilanci dei messaggi disinformatori era davvero gigantesco. Soprattutto considerando che la maggior parte dei messaggi rilanciati venivano da pochissimi account: 20 account, in particolare, erano responsabili del 20% di tutti i rilanci di messaggi di disinformazione, secondo una ricerca di Election Integrity Partnership. È chiaro che le decisioni delle piattaforme sono riuscite a placare la produzione di informazione falsa. Ma è anche probabile che, vista l’efficienza dell’organizzazione che la produceva, questo successo potrà durare per un tempo limitato. Per ottenere risultati più duraturi, in assenza di altre azioni più “ecosistemiche”, le piattaforme dovranno studiare e concentrare i loro sforzi sui grandi “rilanciatori”, i nodi della rete che moltiplicano gli effetti devastanti delle attività di disinformazione perché sono coordinati ed efficienti. Ovviamente, un sistema di lotta alla disinformazione che non affidi tutto il lavoro e la responsabilità delle decisioni ad aziende private che hanno altre competenze e interessi è altamente desiderabile.
di Luca De Biase, giornalista